MAGNIFICAT di Alda Merini
Evento Terminato
- Mezzano - TN - 38050 - Italy
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25 lug 2016 - A cura di Mezzano Romantica
Anagoor
MAGNIFICAT
di Alda Merini
Con Paola Dallan
Disegno del suono Mauro Martinuz
Disegno vocale Paola Dallan, Simone Derai, Marco Menegoni Regia di Simone Derai
Alda Merini ci lascia il I novembre 2009. Anagoor le rende omaggio, riconoscendola come una delle esponenti più incisive della poesia italiana e più significative per il proprio percorso.
Già materia di studio o di vera e propria messinscena (L'inutile Ronda, Ciclogenesi) intersecata con altre scritture contemporanee, i versi della poetessa occupano qui una dimensione di esclusiva concentrazione. Con la versatilità tonale che la distingue, Paola Dallan presta la voce ad un lungo poemetto e alla sua protagonista: Magnificat, uno dei più recenti componimenti della Merini che ne testimonia la fase mistica. In esso, senza biografismi, né agiografia, l'autrice restituisce la complessità di Maria: una creatura di luce e carne, fragile, smarrita, spaventata... e perdutamente innamorata di Dio.
Alla prima lettura, il Magnificat ricorda infatti una conversazione notturna tra amanti, isolata al telefono: «Ho saputo tutto di te / come ogni donna terrena / sa tutto dell'uomo che ama». La distanza fisica tra i due e il filtro della cornetta rendono l'intimità più vibrante di sensualità: «Nessuna carezza / è mai stata così silenziosa / e presente / come la mano di Dio».
Su questa labilità del confine tra umano e divino, tra sacro e profano, la scrittura imprevedibile della poetessa gioca a scardinare l'immagine consolidata nella tradizione europea e a rintracciarne una non univoca ma vibrante di contrasti: fanciulla, adolescente, donna, madre, e di colpo invecchiata dalla morte del figlio. La dolente maternità di Maria è un filo essenziale del suo amore, come pure della sua ambiguità, della sua sospensione tra terra e cielo.
Parallelamente alla ricerca sull’icona e sulle immagini, la Compagnia torna a dedicarsi alla parola poetica e si concentra esclusivamente sull'elaborazione musicale e vocale. L'impatto dell'interpretazione, affidata alla sensibilità di Paola Dallan e alla riproduzione acustica del medium telefonico, colma il vuoto scenico: l'ascolto assorbe ogni attenzione e conduce in un viaggio denso di suggestioni.
Con la scelta tematica, Anagoor conferma la propria predisposizione spirituale e intellettuale all’indagine metafisica: un interesse per il sacro che nasce e cresce in un contesto storico e geografico segnato dalle lacerazioni culturali e sociali inferte dalle radicali trasformazioni economiche.